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  04/07/2005 15:13 | |
Da stasera ad Asti i concerti estivi di Renga, dopo il successo a Sanremo
"La canzone va rispettata il mio tour cerca di farlo"
"Il mio modo di fare musica ha radici negli anni 70. Ma ciò che conta sono le storie"
"Il festival mi ha dato notorietà ma è stato importante per ciò che ha significato per me"
ERNESTO ASSANTE
ROMA - Francesco Renga torna alla dimensione che gli è più cara, quella dei concerti dal vivo. Questa sera parte, infatti, il suo nuovo tour, il primo dopo il successo, clamoroso, che ha ottenuto a Sanremo, un tour che proporrà nelle città italiane fino al 28 agosto.
Renga, che spettacolo vedremo?
«Un concerto che ripercorre le tappe principali della mia carriera da solista, gli episodi significativi e le canzoni che amo di più. E´ uno spettacolo in cui mi riconosco molto, perché è fatto soprattutto di musica, ci sono io che canto e una band di ottimi musicisti che suona con me. Credo che di questo debba essere fatto un concerto, il resto è solo una cornice».
Dopo tanti anni di rock le mancava la dimensione live?
«Non sono mai stato lontano dai palcoscenici, anche in questa mia nuova avventura come solista. Certo è che oggi il concerto che propongo è più ricco, completo, presenta tutti gli aspetti della mia musica».
Lei si muove in bilico tra generi e atmosfere diverse. Come definirebbe il suo stile?
«E´ una domanda che non mi pongo mai. So che è il mio modo di fare musica, che parte dalle mie radici, ha il suo dna nel rock degli anni Settanta, e so che queste radici, questo dna, lo rendono diverso. Porto con me, insomma, un´esperienza che molti altri cantanti o cantautori non hanno fatto, e che mi ha arricchito moltissimo. Non mi preoccupano molto le etichette o i generi, credo che in un momento come questo si debba ripartire dalle cose importanti per un artista, che sono il talento, il suono, il mood, le storie che vuoi raccontare. Io uso la musica per raccontare delle storie, delle sensazioni, cerco di dare il vestito giusto alle canzoni, senza badare se si tratti di rock o pop, o tantomeno se abbiano un suono "radiofonico", tutto qua».
E´ il primo tour dopo il successo a Sanremo. Cosa è cambiato?
«La cosa più evidente è la popolarità, la riconoscibilità, che sono aumentate moltissimo. Ma non sono la cosa più importante di quello che è accaduto a Sanremo. Quello che conta sono le sensazioni che ha dato a me. "Angelo" è una canzone nata libera da qualsiasi tipo di condizionamento, non è nata con lo scopo di diventare un successo. Credo che "Angelo" abbia dimostrato, per come è fatta, che io ho un mondo espressivo mio, è una canzone particolare, non ha una struttura da canzone pop ma è arrivata in maniera prepotente alla gente. E poi ha dato un indicazione esatta su quello che si può fare nella musica italiana, e che la canzone può e deve essere rispettata».
Artisti nuovi e interessanti in Italia oggi ci sono. Crede che ci sia anche un pubblico interessato ad ascoltarli?
«Io credo di si, credo che ci sia un pubblico che sfugge alle regole un pubblico che ama la musica e la segue con grandissima passione. E´ un pubblico che compra i dischi quando crede nell´artista che ha ascoltato, che sceglie di entrare nel negozio e spendere dei soldi proprio per te, quando in giro può avere tanta musica gratis. E´ un pubblico nuovo, più attento e sensibile, ascolta mille cose e sceglie. Oggi la musica è ovunque, scegliere è la cosa più difficile».
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