00 07/03/2005 20:29
Gruppi di ascolto in tante case bresciane. Al pub frequentato dal cantautore l’urlo seguito dall’applauso: «Ha vinto!»
Renga: «Mio padre sarà contento»
Paola, la gemella, sveglia il papà in ospedale: «Ce l’ha fatta»


Non si lascia andare al «Sono arrivato uno», ma chi lo conosce sa che ironicamente l’avrà pensato. Francesco Renga, invece, lancia un pensiero al padre ricoverato: «Sarà contento».
Intanto comincia a sentire, a distanza, l’abbraccio di Brescia e se tende l’orecchio può acoltare quell’urlo che arriva dalla cucina del Crackpot, il pub di via Zima dove Francesco Renga passa le sue serate libere. Le casse trasmettono musica rock, le foto di Francesco sono un po’ ovunque, così come i disegni che il cantautore tratteggia (forte dei suoi corsi di grafico a Brera) in alcuni momenti: sono prevalentemente corpi femminili, ma anche qualche caricatura di amici. Al centro del bancone, in una nicchia, il tapiro d’oro assegnato a Francesco a Sanremo 2002.
A urlare in cucina, dove c’è il televisore, è Attila, il gestore del Crackpot, uno degli «intimi» di Renga. Con lui ci sono Monica (portoghese naturalizzata bresciana) e Irene (albanese, anche lei a Brescia da lungo tempo). Le ragazze sembrano impazzite: «Il nostro Fra’ ce l’ha fatta», ripetono con gli occhi umidi. Applausi anche degli avventori che sono soliti averlo in mezzo a loro. 48 anni, fisico asciutto, Attila è noto per i numerosi locali che ha aperto. Nell’ultimo, il Crackpot appunto, è arrivato una sera di molti anni fa Francesco. Aveva appena lasciato i Timoria ed era un po’ a terra. Si è trovato bene e da allora ha eletto il locale a «seconda casa». Molti dei testi di Renga sono stati scritti lì, tra una birra e l’altra. Anche la televisione che ha permesso ad Attila di seguire la finale sanremese c’entra un po’ con Renga: è stato il suo regalo di compleanno, nel maggio scorso, al suo barista preferito.
Attila non si trattiene: è un fiume in piena. «Venerdì sera - racconta - gli ho mandato un messaggio con scritto "vittoria" dopo averlo sentito con il maestro Zappatini (anche lui di casa al Crackpot). Stasera, l’ho rimandato».
Poco dopo comincia la processione degli amici. Arrivano Pietro Paolo Pettenadu, «Pette», avvocato, e Gianluigi Arnaboldi, «Arna», geologo: il primo è stato bassista dei Timoria, il secondo compagno di classe di Francesco. Si festeggia brindando. Pette ricorda gli inizi: «Omar ed io cercavamo un cantante per partecipare a Deskomusic, siamo andati a chiedere a Stefano Renga se voleva cantare con noi. Aveva già un impegno, ci ha indicato il fratello minore, Francesco. Lo abbiamo "provinato" ed è stata una bella sorpresa».
Altri compagni di liceo (rimasti legatissimi a Francesco) hanno guardato la finale sanremese a casa di uno di loro, l’avvocato Marco Molinari. «C’era un tifo da stadio - racconta Marco Lancini, dirigente di un’azienda agroalimentare -, noi eravamo sicuri che Francy ce l’avrebbe fatta».
In casa Renga l’entusiasmo è alle stelle. Stefano ha seguito la serata in casa di amici. Ingegnere, il fratello maggiore di Francesco non ha mai abbandonato la passionaccia per la musica e canta ancora in alcuni gruppi, principalmente negli Ifix Tchen Tchen. Racconta: «Ho ricreato, per scaramanzia, il gruppo d’ascolto di martedì scorso. Qualche amico, i miei musicisti, e abbiamo tifato per mio fratello. All’appello mancava solo Greg, il tastierista, che stava facendo piano-bar al Tivoli. Mi ha chiamato dicendomi che, quando si è sparsa la notizia, anche lì c’è stato un applauso per Francesco».
La biondissima gemella Paola ha preferito restare a casa, pochi gradini sopra quella in cui vivono il celebre gemello e Ambra. «Ho seguito la serata con un amico. Ogni tanto Francesco mi telefonava. Diceva poche parole, poi lasciava con il suo solito "ti chiamo dopo". Quando sono stata certa del risultato ho chiamato papà, che è ricoverato in una clinica cittadina. L’ho sentito esultare. Non vedo l’ora che tornino a casa, ho voglia di abbracciare la piccola Jolanda».
Papà Salvatorico Renga, ex maresciallo della Guardia di finanza, è ricoverato per controlli. In altri anni non ha visto di buon occhio la carriera musicale del figlio e gli ha ripetuto spesso: «Quand’è che ti trovi un lavoro serio?». Ha dovuto ricredersi dopo il Sanremo 2001, quello di «Raccontami», ed oggi va fiero di Francesco, «anche se non si è laureato», ripete con rammarico. In reparto viene festeggiato anche lui che, impettito, adesso ammette: «Mio figlio è bravo davvero».
Francesco, intanto, adempie gli ultimi «doveri» sanremesi prima del ritorno a Brescia e alle ultime date della sua tournée. Si concede alle radio e alle ultime interviste, va a "Domenica In", saluta tutti e ammette: «Non avevo preventivato la vittoria, ma questo è il brano migliore che io abbia mai portato a Sanremo e credo che sia stata la canzone a vincere, un felice connubio tra la mia anima pop melodica e il rock da cui provengo. Sono contento che la vocalità sia tornata in primo piano, anche in gruppi come Le Vibrazioni. Sono naturalmente felicissimo della vittoria, e ne sarà felicissimo mio padre».

Tiziano Zubani



http://www.bresciaoggi.it/storico/20050307/Spettacoli/SOST_A.htm



- Renga a «Domenica In»
«Canto per proteggere chi amo»
E i suoi amici, a Brescia, festeggiano la vittoria con sobrietà


Sanremo. «Questa canzone è il tentativo di proteggere le cose che amo. Grazie di cuore a tutti», ha detto il vincitore di Sanremo, Francesco Renga in diretta a Domenica in in una puntata che Mara Venier ha chiuso ricordando Alberto Castagna, «un amico che non c’è più, ciao Alberto».
Se per l’artista bresciano questo 55° Festival della canzone ha rappresentato una tappa doppiamente importante, i suoi famigliari e gli amici hanno accolto la bella notizia con gioia, un pizzico di commozione ma senza isterismi.
Il trionfo sanremese, con la canzone Angelo, è stato accolto con sobrietà, anche nei posti e tra le persone che l’ex vocalist dei Timoria frequenta da quando, da piccolo, è arrivato con la famiglia da Udine, dove è nato.
Così è successo l’altra notte al "Crackpot bar", nel centro di Brescia, dove Renga è di casa. Nel pub in piena gara sanremese, si sentiva solo musica rock, soprattutto straniera. In sala niente televisori o radio. L’ attenzione, però, a quanto accadeva sul palco dell’Ariston era malcelata e lo si capiva da qualche sguardo ansioso che la gente rivolgeva verso la cucina: il televisore acceso era lì.
E proprio dalla cucina si è sentito un urlo quando Paolo Bonolis ha proclamato Francesco Renga vincitore dell’edizione 2005 di Sanremo: «Ha vinto!», ha gridato Attila, 48 anni, e una consolidata amicizia con il cantautore, «D’altronde, gli altri cantanti non avevano la sua energia, la sua voce». Attila era certo del successo finale: «Venerdì sera», racconta, «gli ho mandato un messaggio con scritto "Vittoria" dopo averlo sentito con il suo maestro. La stessa cosa ho fatto anche sabato».
Tra gli amici di vecchia data del cantante c’è uno che agli esordi ha suonato con lui: Pietro "Pettè" Pettenadu è stato il primo bassista di Francesco. Erano gli anni ’80, quelli della New-wave, dei fiorentini Litfiba e Diaframma, ma soprattutto di Deskomusic, competizione riservata ai gruppi musicali delle scuole superiori bresciane. I Precious Time di "Pettè" (cover di Bowie e altri, look tra il dark e il rock-a-billy psichedelico) cercavano un cantante e si rivolsero a Stefano Renga, fratello di Francesco, che, però era già impegnato in un’altra band.
«Ci disse che suo fratello cantava bene», racconta Pettenadu, che ha lasciato il basso, preferendo la professione d’avvocato. «Lo ascoltammo e non ci furono dubbi; diventò il nostro cantante. In finale si ritrovarono i gruppi dei due fratelli, ma vincemmo noi».
Vinsero anche l’anno dopo e divennero i Timoria con Francesco Renga voce, Omar Pedrini alla chitarra, Diego Galeri alla batteria e Pettenatu al basso. Sono passati vent’anni da quando il liceale Renga era protagonista sul palco dell’oratorio della Pace a Brescia per Deskomusic. Da allora, centinaia di concerti, con il gruppo o da solo, la separazione dai Timoria, l’amore per Ambra che gli ha dato la piccola Jolanda e il ritorno a Sanremo, dopo la prima apparizione con i Timoria nel 1991. La notte scorsa, la consacrazione.



http://www.larena.it/ultima/oggi/spettacoli/C.htm


Intanto l’Ipsos fa sapere che Francesco Renga è sempre stato primo in assoluto per la giuria demoscopica, e che sabato sera ha avuto un voto medio altissimo, pari all’8,4.
E per il televoto, Renga ha ottenuto il 54,41% dei consensi, Toto Cutugno e Annalisa Minetti il 17,79%, Antonella Ruggiero il 16,45%, la coppia Nicolai-Di Battista il 7,21% e la Giovane Laura Bono il 4,13%.


è proprio il caso di dire che HA VINTO IL MIGLIORE!!![SM=x38495]