00 06/03/2005 21:43
Due parole, a caldo, dopo il trionfo

«Sono felice, dedico la vittoria a mio padre»



Dal nostro inviato Stefania Piredda Sanremo«Grazie mille. Non so che cosa dire. Sono felice». Ambra è emozionata, lui la guarda, sorride e poi canta Angelo. Francesco Renga non sa cosa dire anche perché la tensione è tanta. La sua canzone viene dedicata simbolicamente a Nicola Calipari, l'eroe della Patria che il pubblico ha appena applaudito commosso. Poi la festa è tutta per lui, per Francesco. Concede un'intervista breve, da domani sarà l'artista più ricercato Felice per questo grande risultato? «Certo sono contento, ma giuro che non ho sentito la gara. Sono venuto a Sanremo per promuovere il mio lavoro e questo mi bastava. Riesco a dare a tutto questo la giusta dimensione». Anche alle polemiche legate alla partecipazione della sua compagna Ambra in qualità di opinionista? «Volete la verità? Nessun fastidio. Credo che si sia trattato esclusivamente di una polemica montata dai giornali. La gente è superiore a tutto». Il pubblico quindi ha ascoltato Bonolis che ha sempre sostenuto che le giurie non sarebbero state influeanzate? «Paolo ha voluto Ambra perché la stima enormemente e non si è preoccupato delle polemiche che alla fine non hanno che fatto bene allo spettacolo. Tuttavia credo che una chiacchiera non possa offuscare il valore di una bella canzone e la classifica lo ha dimostrato. Credo che alla fine le persone che a Sanremo stanno male siano quelle che credono che dietro i tanti teoremi giornalistici ci sia qualcosa di concreto». Crede che il valore della sua canzone sia stato colto al cento per cento? «Non credo che sia stata capita a fondo anche perché io sono il primo a non averne un'idea ben chiara. Non ha un significato preciso, non racconta una storia. Però piace già al primo ascolto. La gente apre il cuore e coglie il mio messaggio, qualunque esso sia. La magia della musica è proprio questa. Ora spero che la riedizione del mio cd Camere con vista che contiene anche il brano di Sanremo (che ha già superato il traguardo del disco di Platino ndr) possa convincere ancora di più». Pensa mai al suo passato con i Timoria? «Rappresentano la mia giovinezza, una parte del mio percorso artistico che però è finita. Non ho nessun rimpianto per le scelte che ho fatto, ora guardo soltanto avanti». Torniamo alla vittoria. Sia sincero, ci ha creduto un po' dalla prima sera? «No, davvero. Però mio padre sì. Ha vissuto questo festival con tutto l'entusiasmo che forse io non ci ho messo. Dedico tutto a lui». Con suo padre ha tifato tutta la Sardegna. Sa che è sempre stato in testa ai sondaggi di Radiolina? «Mi fa enormemente piacere che a sostenermi ci sia stata la terra che sento maggiormente mia. Mio padre è di Alghero e per quanto io non sia nato in Sardegna mi sento molto più legato all'Isola che a Brescia dove ho vissuto per 35 anni. Ci torno ogni volta che posso. Fosse per me ci trasferirei anche il festival, pensate come sarebbe bello».


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Sanremo, Renga:la mia vittoria per Ambra e la mia bimba


di Ilaria Polleschi

SAN REMO (Reuters) - E' contento Francesco Renga, il vincitore assoluto della 55esima edizione del Festival di Sanremo, scelto dagli spettatori da casa tramite il televoto.

"La dedico ad Ambra (Angiolini, la sua compagna, ndr) e alla mia bimba, ai miei collaboratori, alla mia casa discografica, a tutti quelli che mi hanno permesso di ottenere questo risultato", ha detto l'ex-cantante dei Timoria a chi ieri notte, subito dopo la proclamazione, gli chiedeva a chi era dedicata la vittoria.

"E' stato piacevole essere stato votato anche dalla gente", ha aggiunto. "Io sono venuto, ci credevo sin dall'inizio, sapevo che Paolo (Bonolis) avrebbe fatto un ottimo festival. Sono molto felice di essere in ottima compagnia", ha detto facendo riferimento ai vincitori della varie categorie.

Già, perché Renga è il vincitore assoluto di questa edizione, scelto tra i vincitori delle cinque categorie che hanno animato la kermesse 2005.

L'artista bresciano, primo della categoria Uomini, ha ottenuto il maggior numero di voti da casa, seguito da Toto Cutugno con Annalisa Minetti (primi nella categoria Classic) con "Come noi nessuno al mondo", Antonella Ruggiero (Donne) con "Echi d'infinito", Nicky Nicolai & Stefano Di Battista Jazz Quartet (Gruppi) con "Che mistero è l'amore" e Laura Bono (Giovani) con "Non credo nei miracoli".

"E' molto più eclatante il fatto che io sia arrivato secondo con il televoto", ha detto Toto Cutugno. "In fondo io manco da sette anni dal panorama musicale italiano, sono convintissimo che il merito sia anche di Annalisa... se mi fossi presentato da solo non sarei qui".

Tutti e cinque i vincitori hanno trovato buona l'idea delle eliminazioni dirette nelle varie categorie ogni sera, che secondo molti hanno risvegliato interesse nei confronti della manifestazione.

"Trovo che chi ha deciso di venire, aveva deciso di rischiare...Credo che tutti noi avevamo messo in preventivo anche questa ipotesi (di essere eliminati)", ha detto ancora Renga. "Credo cha abbia vinto proprio questa formula, che sia stata questa formula a far sì che molta gente che ci guardasse..."

"E poi ho sentito gli eliminati, molti sono miei amici....Nessuno è disperato, in fondo si vive tutto un gioco... le eliminazioni, la gara tutto il resto... spero che sia motivo di 'sollevamento' per la musica italiana in televisione", ha aggiunto.


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Trionfa la voce dell’«Angelo» bresciano
Francesco Renga vince a Sanremo, 16 anni dopo Fausto Leali: «Lo dedico a mio padre»



Maurizio Matteotti



E così, Papà Renga ha battuto Papa D’Alessio. Il Francesco che - per far levare in volo «Angelo» - s’è ispirato nel testo alla figlia Jolanda ha sconfitto il Gigi entrato in conclave già con l’abito bianco, per poi uscirne da cardinale. Conclusione non solo giusta, ma anche «salvafestival» sotto vari profili. A cominciare dalla distanza, negli esiti, da una rassegna definita eterodiretta politicamente e dunque già decisa. Corrette o meno che fossero queste valutazioni, sono state smentite dalla vittoria di un cantante non targato, la cui forza davanti all’Italia è la voce. Renga - che ha dedicato il successo al padre ed alla famiglia - ha anche riscattato, con la centralità della sua dignità artistica, la marginalità dei concorrenti nel contesto di questa manifestazione, visto che da anni ormai Sanremo, nonostante le affermazioni di segno opposto, è contenitore televisivo nel quale i cantanti debbono sopportare ogni tipo di (mal)trattamento di collocazione (anche se, vien detto loro, quale altra trasmissione garantirebbe numeri Auditel così?). Schema, quest’anno, diventato quasi grottesco con le Nuove proposte, le quali, peraltro, hanno subìto la stessa condizione che, in generale, viene riservata ai giovani nel nostro Paese: omaggiati con grandi affermazioni di principio per poi essere poco rispettati in concreto. Va anche detto, comunque, che il lotto delle novità era abbastanza modesto. Ed il solo che sembra poter aspirare ad un futuro - Max De Angelis - non è neppure approdato alla serata decisiva (anche per colpa di una canzone non efficace come i suoi primi singoli).
La prima classificata, Laura Bono, aveva piegato la sua anima rock alle ambizioni di vittoria: le è andata bene e si spera, se non altro, che usi bene questo trampolino. Renga avrebbe meritato pure il Premio della critica, attribuito invece a Nicola Arigliano (forse in termini di compensazione per la frettolosa eliminazione del «grande vecchio» del Festival). Può anche darsi che abbia penalizzato il cantante bresciano l’ascolto (che alcuni giornalisti avevano compiuto prima della rassegna) della versione da sala di registrazione di «Angelo», meno caratteristica e coraggiosa di quella portata all’Ariston. Francesco si è, comunque, rifatto con il riconoscimento assegnatogli (ex aequo con i Negramaro) dagli inviati delle radio e tv private. Il che significa che il suo motivo è già pronto, anche, per un air-playing massiccio: proprio quello che, alla fin fine, conta di più. E se l’Associazione fonografici italiani ha scelto «Dov’è la terra capitano» di Enrico Boccadoro - sul tema dell’immigrazione - quale brano da premiare come migliore canzone d’autore, c’è da dire che proprio questa indicazione dimostra come il materiale nel quale pescare non fosse abbondante. Le giurie demoscopiche si sono, stavolta, comportate molto bene. Non solo perché hanno spinto in alto Renga sin dall’inizio, ma anche perché sono riuscite a sottolineare, con le loro indicazioni, le uniche altre proposte realmente di qualità: quella di Nicky Nicolai (con band annessa) e quella di Antonella Ruggiero. La prima - nonostante non si possa gridare al prodigio - è un’altra vincitrice vera del Festival, avendo ottenuto quell’attenzione sinora riservatale dagli addetti ai lavori. La seconda non aveva un brano indimenticabile, ma è apparsa pienamente recuperata per tranquillità e maturità. L’aver superato, nella finale a 5, sfidanti così fa brillare ancora di più l’astro del Trionfatore.


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«L’approvazione del pubblico è il regalo che mi porto a casa»


Francesco Renga, acclamato come il nuovo re di Sanremo, ha trascorso la vigilia senza stress, mantenendo una tranquillità invidiabile. «Sono rimasto quasi tutto il giorno in albergo riuscendo a pranzare con Ambra e la nostra piccolina. Ho fatto alcune interviste, servizi fotografici ma il sabato è trascorso senza particolari angosce. Dopo il tour de force di questi giorni ho cercato di ritagliarmi qualche ora per coccolare Jolanda» racconta papà Francesco, sfoggiando un sorriso che incanta. «Certo, quando si arriva alla serata finale c’è sempre un pizzico di ansia in più. Ma ho mantenuto i piedi per terra. E con grande sincerità posso dire che l’ipotesi di una mia vittoria non ha condizionato la serenità delle mie ultime ore a Sanremo perché il calore, l’approvazione del pubblico per questa mia nuova canzone è davvero il regalo più bello che possa portarmi a casa». Un distacco dalla competizione che il cantante bresciano ha ribadito anche all’agenzia Ansa. «Ho già detto che la vittoria finale non mi interessa e che avevo intenzione di scommettere sulla vittoria finale di Gigi D’Alessio» ha dichiarato Renga. Curiosamente, proprio le società di scommesse l’avevano dato quasi subito per favorito: le ultime quotazioni davano la vittoria di Renga a 2,00 sia per Match-point, sia per Snai e al 2,25 per Totosì, a fronte di D’Alessio quotato 3,50 per Totosì, 3,75 per Match-point e 5 per Sna. «’’Angelo’’ - ha aggiunto il cantante - è un pezzo del quale in principio non avevo colto le potenzialità popolari, anzi confesso che mi sembrava anche un po’ troppo sofisticato. Le cose sono andate al di là di ogni previsione e il fatto che in veste di opinionista sul palco ci sia Ambra, non fa che rendere ancora più bella questa mia avventura». Che non si ferma qui: dopo i festeggiamenti d’obbligo a Brescia con la famiglia, gli amici e i fans, il cantante ripartirà subito per il tour sospeso proprio per permettere la partecipazione al Festival (è saltata anche la data bresciana del 26 febbraio, che sarà recuperata il 12 luglio in piazza Duomo). Già l’8 marzo Francesco sarà in concerto a Borgo Valsugana (in provincia di Trento), per poi proseguire per l’Italia. Il tour porta in scena i brani di «Camere con vista», l’album uscito il 30 aprile scorso, che verrà ora rieditato con il pezzo sanremese. «Angelo» è già intanto uscito come singolo: il cd contiene il brano portato in gara, più «Angelo (...vorrei avere i tuoi angeli)» e il riarrangiamento per pianoforte e orchestra di «Nel nome del padre». Come si legge sulla copertina, i proventi della vendita del singolo saranno devoluti all’Associazione italiana contro le leucemie, linfomi e mieloma di Roma.






Renga, un rocker sbanca l´Ariston
Vince l´ex dei Timoria:
dopodomani sarà a Borgo


Francesco Renga a Sanremo canta «Angelo», il nuovo hit. Il vincitore del festival sarà a Borgo Valsugana martedì sera


Di ALOIS FINK

SANREMO - Si era capito subito, che la gara per la vittoria era limitata fra quei due: Gigi D´Alessio e Francesco Renga. Il primo era così favorito che - giustamente - al primo giorno aveva detto «essere favorito non è che porti bene». Francesco Renga invece è andato crescendo in sicurezza, con una canzone («Angelo») molto più bella di quella del napoletano. Alla fine, il rocker bresciano ha trionfato, e ora lo aspettiamo a Borgo Valsugana, prima data del suo tour italiano: martedì 8 marzo alle ore 21 al Palasport.
Con Renga super-vincitore, in vetrina vanno anche gli altri quattro «vincitori di categoria»: Laura Bono («Non credo nei miracoli») fra i giovani. Antonella Ruggiero (Echi d´infinito») per le donne. Toto Cutugno e Annalisa Minetti («Come noi nessuno al mondo») per i «classic» e la sorprendente Niky Nicolai con Stefano Di Battista Jazz Quartet.
La serata era iniziata in un modo fin troppo allegro: nel giorno del dolore per la vicenda irakena e per la morte del nostro agente segreto Calipari, il Festival non ha saputo fare un passo indietro: nel pomeriggio si era vagliata l´ipotesi di rinviare la finale a domenica. Ma alla fine si è andati in onda. E solo dopo mezzanotte, quando il TG1 aveva preso la linea per trasmettere l´arrivo della salma di Calipari a Roma, Bonolis ha chiesto al pubblico «un minuto di silenzio per l´assurdità di ogni guerra». Alla ripresa, Bonolis ha detto: «Sto cercando un alibi nella mia testa, sono stato rimandato in onda dopo questo... ma la vita è questa, la gente muore tutti i giorni. Per il sottoscritto, questa situazione è totalmente assurda».
L´apertura, ore prima, doveva essere l´apoteosi di Vasco Rossi: atteso, osannato, commentato come non mai, l´arrivo del rocker emiliano si è rivelato un penoso spot. Vasco Rossi evidentemente non ha voluto farsi intervistare: «Non voglio rubare altro tempo perchè ho un brutto vizio, fumo. E come tutti i fumatori fumo fuori. Ricordo però che nei 10 comandamenti si dice non rubare, ma no non fumare».
Giacca di pelle lunga e nera, cappellino grigioverde militare, Vasco Rossi ha così commentato il suo ritorno a 22 anni di distanza sul palco dell´Ariston. «Una volta scappavo sempre. Ora ho smesso di scappare - ha detto a Paolo Bonolis che lo ha richiamato dopo l´esibizione - sono tornato su questo palco per restituire il microfono che ho portato via 20 anni fa (il riferimento è all´incidente tecnico durante l´esibizione di "Vita spericolata"). Vorrei ringraziare questo palcoscenico - ha proseguito Vasco Rossi - perchè da qui è cominciata questa straordinaria avventura e auguro a tutti i cantanti in gara questa sera di vivere una storia come la mia. In più volevo salutare tutti quelli che stanno guardando il Festival e che domani diranno che non è vero».
Un´eredità, quella di Vasco, che va nelle mani di Francesco Renga. Ex leader dei «Timoria», bresciano, il giovane cantante è in questo momento anche al top delle radio con il terzo album da solista «Camere con Vista» e soprattutto con il suo singolo «Meravigliosa (Laluna)



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