Con i tuoi occhi, il tuo fiato nell’orecchio
odo spiriti complici, ne percepisco i battiti
ma ho già capito che voglio di più.
Il giorno dopo tu, so già non ti avvicinerai
ho segnato il tuo sorriso, tra le mie pagine preziose
acqua passata, già ti vorrei.
Svanisci ricordo di tristezza,
quest’ orizzonte ha un nuovo idolo
da tre minuti ti ho conosciuto,
il quarto vorrei passarlo, solo con te.
Apro le ali, il cuore non si vende
sulle fitte parole la pioggia scende
regalami un gesto, abbracciami fai presto
convincimi che è facile la vita, resto.
Non resti tu, lascio ancora un po’ sbiadire questi colori
non voglio mentire e mentre ascolto la nostra canzone,
la mia, già ti vorrei accanto.
Ho già sognato questa sera, ma ricomincerò
perché vivo per cercare quello che non ho.
Cammino nel buio con gli occhi serrati, cerco le stelle
non essere indolore e fammi un po’ soffrire.
Sono cupo, vorrei nell’incertezza rischiarire.
Godo muto, vorrei stancarmi fino a urlare al mondo
Che voglio tutto quello che non ho mai avuto.
Non posso pensare a tornare da te
il mare che canta lo preferisco se
mi inonda di risposte col tiepido silenzio, io indegno poeta,
cerco in qualcun altro il mio profeta.
Vorrei acciuffare la libertà e raccontarla a chi non l’ha,
quindi sarò libero di contraddirmi ancora,
e diventare succube di questa spiaggia
dove l’estate brilla ad ogni ora.
Come mi guardi? Occhi negli occhi
siamo diversi, vicini, timidi e ubriachi
troppo splendenti nella nebbia, lascerei andare
le barriere, con te, stasera lo farei.
Sogni metafore e congetture, aspri desideri,
per dirmi sottovoce
che non so quasi mai godere di quel che ho;
ma un attimo dopo, spiritoso ho nostalgia, non c’è nulla
da ridere, l’ennesimo pensiero, è già da buttar via.
Mengo’79