fuffi
00domenica 12 ottobre 2003 14:38
Di Augustus, tradotta da Charlotte Doyle
non è mia, io l'ho semplicemente postata. Due grandi amici totalmente doversi che si contendono l'amore di Hermione.
Lei ha sempre amato te di più.
C’è qualcosa di te, Harry, che richiede adorazione. Lo vedo in me stesso, e in quelli attorno a me. Quando parli, la gente si gira a guardarti, assorbendo ogni gesto della mano o battito di ciglia. Le tue parole sono valutate più di tanto, i tuoi gesti esagerati e risonanti nelle forme che ti circondano. Quando ti ho incontrato per la prima volta, non volevo altro che essere vicino te. Crescendo, desideravo di entrare nella tua pelle, diventando la tua persona e rubando la loro ammirazione. E ora? Ora voglio mandarti in frantumi.
Le cose cambiano, Harry. Non sei l’unico con il potere di questi giorni. È buffo cosa le calunnie e i giusti contatti possono fare all’autostima di un ragazzo. Perché c’è gente che non ti ama, gente come me che hai lungamente lasciato indietro. Ci sono complotti che non potresti mai immaginare, infamie che brucerebbero e ribollirebbero se mai raggiungessero le tue orecchie. Non sei più invincibile. C’è sicurezza nel numero, ma i tuoi discepoli sono deboli. E Lui cresce sempre più forte.
Ti ricordi quando ci siamo incontrati? Io morivo dalla voglia di stare accanto a te, una primitiva, nauseante disperazione che mi guidava in ogni movimento. Credo che tu ti curassi di me allora. Non la commiserazione che brilla nei tuoi occhi quando mi vedi adesso, non la frustrazione che una volta fendeva abissi nelle tue parole. Una volta, eravamo amici. Ma nel diventare il sacerdote capo nel culto di te, sono divenuto soltanto un altro dei tuoi fan. Tu progredisci per aspettarti idolatria, come se davvero la meritassi. Molta gente lo crede.
L’inverno durante il nostro settimo anno portò la neve e la guerra a Hogwarts. Tu ti sei innalzato nel tuo stato eroico a lungo premiato dai nostri pari, mentre io aspettavo nell’ombra e osservavo la tua fama esplodere. Dopo allora, Hermione galleggiava in mezzo a noi, divisa tra lealtà e promessa. Quando l’ho baciata, il vento che sbatteva contro le finestre, guidando la neve contro i muri, lei ha parlato di eterna amicizia e mi ha dato un colpetto sul braccio. In un certo modo ho capito, nonostante il fiato mi gelasse nel petto. Perché ricordo che era come afferrare un baluginio della tua stella, Harry. È così tanto tempo fa, ormai… ma ancora mi perseguita come allora.
E così miglia si distesero in mezzo a noi, nonostante ti vedessi ogni giorno. Il richiamo era sempre più forte i sospiri lentamente sopraffecero i miei sogni. Ogni tanto ti scoprivo a guardarmi, gli occhi luminosi e fiduciosi, ma ti scaricavo con un sorriso che aveva perso i suoi colori anni prima. L’agrifoglio e il vischio apparvero nella sala e una mattina io mi svegliai capendo che ti odiavo, come se fosse così sin dall’inizio.
Hai riso quando ti ho detto che l’amavo, spostandoti la frangia dalle lenti degli occhiali e nascondendoti da me con una frase fatta. Ho imitato il tuo sorriso. Più tardi, lei non riusciva a guardarmi negli occhi, scrollando le spalle ad un mio chiaro abbraccio, e capii che glielo avevi detto. Perché la volevi anche tu, non da amare ma per essere amato. Tu bramavi la sua adorazione, vedendola come un’infallibile ammiratrice che sarebbe rimasta con te sino alla fine. E ora la fine si avvicina. Lo sento in ogni muscolo, ma sei troppo famoso ormai per vederlo anche tu.
I canti di Natale mi rammentano del momento, Harry. Stasera, porgerò lei a te come se Lui cantasse nelle mie vene, e offrirò benedizione da ginocchia troppo fredde da piegare. È bella così come giace qui, il suo sangue un’ombra gioiosa contro la sua pelle, le sue ciglia lunghe e scure ora che sono pigiate contro le sue guance. Il suo cuore è tuo per sempre, ora, calmo e gelido nella notte. Amala nella morte come io l’ho amata in vita… e ricordati di me ora che non ci sono più.
Buon Natale, Harry. Lei ha sempre amato te di più.
Ueeeeeeeeeeeee! è tristissima!!!!!!!!!!!!