quello che i dissidenti non raccontano parlando di ostracismo
Questo è uno stralcio di una mia lunghissima lettera, scritta con il cuore, per un amico eccezionale, un amico che mi ha accompagnato per tutta la vita che ho conosciuto a 8 anni e a cui sono stato legato come se fosse stato mio fratello carnale fino ad oggi. Un amico fedele, un amico sempre pronto ad ascoltarmi un amico che ha accompagnato la mia crescita. Abbiamo vissuto insieme tutte le tappe importanti che portano a diventare adulti: il battesimo, la scuola, i giochi, gli scherni dei compagni, le gioie dell’ essere parte di un grande gruppo di amici indivisibili, i libri letti, i fumetti comprati con i soldi che dovevano servire per il panino a scuola, le note, i filoni, gli scherzi, i primi amori, le prime sofferenze, le grandi delusioni, il fidanzamento ufficiale, il matrimonio, il primo figlio, il divorzio, la depressione, il nuovo amore, la lontananza, il trasloco ecc. ecc.
Ho avuto una vita travagliata, cosi come anche lui, ma se c’era una cosa certa quella era la nostra amicizia. Poi tutto è cominciato a cambiare circa 2 anni fa.
Avevamo realizzato un nostro sogno d’infanzia andando ad abitare vicini nello stesso palazzo, niente sembrava poter intaccare la nostra amicizia, avevamo vissuto e sormontato tutto l’immaginabile perciò sembrava assurdo potesse cambiare qualcosa proprio ora eppure nel giro di un anno le cose cambiarono. È con enorme tristezza nel cuore che scrivo queste righe, è come un grosso fardello che son costretto a portare e che devo portare da solo. Nel giro di un’ anno la nostra amicizia si raffredò, il mio amico divenne irregolare alle adunanze e c’era qualcosa di terribile che non ebbe mai il coraggio di confessarmi. Poi un anno fa il mio amico, mio fratello, si DISSOCIÒ!
La DISSASOCIAZIONE è terribile, ma non tanto per il fatto che la religione condanni a morte (SPIRITUALE) un tuo fratello, ma perché tuo fratello rinnega tutto ciò in cui avete sempre creduto, d’un tratto avviene una scissione non tanto dovuta alla dissasociazione quanto ad un vero cambio di personalità da parte di chi esce, che non ha più i tuoi stessi interessi, e le tue vedute sulla vita come anche le mete che prima di allora ci accomunavano.
Chi si dissocia o chi viene dissasociato spesso guarda al passato con ripudio e commiserazione. Succede che per scusare la sua scelta si associ a gruppi di FUORIUSCITI e appoggi appieno (pur non condividendoli) le loro idee sulla WT e il CD. Succede che i cosidetti APOSTATI (dissidenti) ci muovono gravi accuse quale l’ ostracismo e il rovina famiglie.
Io voglio farvi entrare nell’ ottica di un TdG, farvi sentire l’ altra campana per cosi dire, farvi capire di come ci si sente un TDG verso un dissasociato, farvi vedere che il dolore esiste in entrambi i lati, e che la sofferenza spesso non è dovuta alla dissasociazione in se stessa ma al cambio di personalità della persona fuoriuscita, ai nostri occhi avviene un tradimento, non tanto verso di noi quanto verso Dio e tutto ciò in cui crediamo.
Vi riporto ciò, che un anno fa, scrissi in questa sorta di lettera d’addio (o arrivederci), voglio rendervi partecipi dei sentimenti di un TDG e della sofferenza di chi come me si sente inerme e tradito! È solo una piccola parte ma credo sia sufficiente a rendere l’idea:
Io, Te e la Valigia!
È come se ci trovassimo su una strada di campagna, polverosa, lunga, interminabile piena di buche e pietre, costretti a camminare sotto un sole cocente. Io e te, stessa strada, entrambi con una grossa Valigia (una di quelle valige tipo Trolly) che ti tiri dietro ma che su una strada del genere non riesci a tirarla per come si deve. Sei costretto ad alzarla, portarla, fermarti e risistemarla.
Nella valigia c’è un po’ tutto quello che siamo: i nostri valori, le nostre credenze e i ricordi!
Poi d’un tratto tu decidi di mollarla!
La fai cadere, stanco, Perché ti pesa troppo e io ti chiedo preoccupato “ma cosa fai? Non puoi buttarla, è tutto li dentro… tutti i tuoi averi, le tue idee, i tuoi pensieri”
E tu dici: “No! Per camminare non mi serve, me la sto trascinando dietro da una vita, è una vita che quella dannata valigia mi rallenta! Più cose trovo sulla strada e più roba ci metto dentro e più essa diventa pesante! Voglio camminare libero, sarò veloce, il caldo non mi fiaccherà più tanto come ora, potrò correre e schivare le buche con facilità, sarò VELOCE , LEGGERO E LIBERO!”
Io ti guardo TRISTE e dico che questo cambierà tutto, che pur volendoti bene d’ora in poi sarà tutto diverso, ci allontaneremo e la nostra amicizia ne risentirà. Allora tu mi rispondi volendomi rassicurare: “Ma no, vedrai… io ti sarò sempre amico, sarò sempre io, sempre lo stesso solo che sarò libero e leggero, potrò darti una mano a portare la tua valigia. Sarò contento perché mi sentirò per la prima volta veramente libero! Non cambierà nulla per me vedrai… e poi non dirmi che non vuoi che io mi senta meglio e più felice?”
Io resto in silenzio, attaccato alla mia valigia, ai miei averi, a tutte quelle cose che mi hanno fatto diventare ciò che sono, consapevole che non potrò mai buttarla e che resterò sempre attaccata ad essa.
Forse sarà pur vero che tu, alla fine, resterai sempre lo stesso, ma ora sulla strada dissestata tu sei veloce mentre io sono stanco. COME POSSO STARE DIETRO AL TUO PASSO? Tu le buche le schivi, le pietre le salti, ti arrampichi sugli ostacoli MENTRE IO SARÓ SEMPRE LÍ A COMBATTERE CON LA MIA VALIGIA, dovrò trascinarmela dietro, dovrò fermarmi per ripararla, dovrò cercare di tirarmela dietro e arrampicarmi con essa. All’ inizio ancora saremo vicini, ci vedremo, il distacco sarà breve… magari dovremo solo alzare un po la voce per farci sentire e poter dialogare. Magari succederà che mi aspetterai le prime volte, magari mi darai una mano ma più il tempo passerà e più ti stancherai! Dirai: “ma come?... ho buttato apposta via la valigia per non essere più rallentato e sentirmi libero e ora devo star dietro al mio amico che si ostina a non voler mollare la sua dannata valigia?”
Il distacco crescerà, incontrerai altri compagni di viaggio LIBERI COME TE, sarà divertente star con loro, aver trovato persone che sanno stare al tuo passo, correre con loro senza pesi ne freni! Il tuo vecchio amico, invece, sarà sempre lì dietro, chi sa dove? A combattere e torturarsi con quella inutile Valigia. Magari mi chiamerai sul cellulare e mi chiederai: ”Ehi amico tutto bene?” e domanderai della Valigia “c’è l’ hai ancora con te vero?” …e dopo che la mia risposta sarà sempre la stessa, mi chiamerai sempre più raramente. Io non potrò chiamarti, lo sai bene, sono le regole di quelli che hanno una Valigia!