[Sportster 1200 custom) Eccessivo consumo gomma anteriore

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HenryP
00lunedì 16 giugno 2008 09:31
Premetto che controllo la pressione dei pneumatici regolarmente e che viaggio quasi sempre in 2 (quindi diciamo .... carico).

Ho ancora sotto le coperture originali DUNLOP: km fatti 18.000 circa in 2 anni.
Bene, vengo al dunque:
- la gomma posteriore è ancora discreta oltre 7mm di battistrada e penso che farà almeno 2-3.000 km ancora (quindi oltre 21.000 direi buono);
- la gomma anteriore è al di sotto dei 5mm e credo di doverla cambiare quanto prima.

L'usura per entrambe è normale e corretta, ma è esattamente il contrario di quanto mi aspettassi.
In tutte le altre moto che ho avuto l'anteriore non l'ho mai cambiata o la cambiavo per vetustà e non per usura.

Parlandone con Iron Dyna mi diceva che è una caratteristica delle moto con i cerchi anteriori da 21" .
A rigor di logica l'anteriore oltre a dover sopportare un peso inferiore fa anche meno giri (e quindi strada) del posteriore.
Quale può essere la spiegazione tecnica di questa "stranezza" posto che lo sia.? [SM=x41062]
joker1450
00lunedì 16 giugno 2008 09:48
il motivo non lo conosco però anche 18mila con la posteriore mi sembrano eccessivi, anche se da un controllo visivo potrebbe sembrarti ancora buona sarebbe buona norma cambiarla comunque.

io non sono mai andato oltre i 15mila con tutti i treni cambiati.

pensa che in alcuni Stati USA le gomme vanno cambiate ogni due anni, a prescindere dai km fatti, proprio perchè perdono le loro qualità.

l'anomalo consumo anteriore potrebbe anche dipendere da una non corretta equilibratura del pneumatico, hai i cerchi a raggi?

[SM=x41054]
HenryP
00lunedì 16 giugno 2008 10:19
Re:
joker1450, 16/06/2008 9.48:

il motivo non lo conosco però anche 18mila con la posteriore mi sembrano eccessivi, anche se da un controllo visivo potrebbe sembrarti ancora buona sarebbe buona norma cambiarla comunque.

io non sono mai andato oltre i 15mila con tutti i treni cambiati.

pensa che in alcuni Stati USA le gomme vanno cambiate ogni due anni, a prescindere dai km fatti, proprio perchè perdono le loro qualità.

l'anomalo consumo anteriore potrebbe anche dipendere da una non corretta equilibratura del pneumatico, hai i cerchi a raggi?

[SM=x41054]



Si Ale il cerchio ANT è a raggi. Ma ripeto l'usura è uniforme, anzi ottima. Quindi direi che è da escludere l'equilibratura.

In merito al cambio ogni 2 anni/ 15.000 km sono sostanzialmente daccordo con te.
In effetti io sono a 2 anni e un pò oltre i km. che tu indichi come preferibili. Riconosco senz'altro da vecchio motociclista che le gomme sono un componente basilare per la sicurezza su cui non lesinare.
Volevo tirare ancora un pò il posteriore (visto che peraltro in estate si viaggia perlopiù sull'asciutto) e che il battistrada è discreto - le tacche di usura sono ancora coperte - , ma credo che tutto sommato seguirò il tuo consiglio, mi faccio le vacanze in grazia di Dio e risparmio di andare 2 volte in officina [SM=x41059] .

Resta il dubbio del consumo ANTERIORE cerchio da 21". Qui mi può rispondere con la sua esperienza è chi ha le custom con cerchi da 19" e da 21"

P.S.: consiglio di Ale seguito [SM=x41054] . Prenotato per venerdi a VT cambio entrambe le gomme [SM=x41080]


custom64
00lunedì 16 giugno 2008 12:46
Di Harley con il 21' anteriore è la prima, ma ho esperienza di 21 con Kawasaki e suzuki, la 21 anter. si consuma molto poichè è anche molto stretta di battistrada ed in frenata soffre molto, infatti in tutte le moto con il 21 anteriore che ho avuto ho cambiato per primo proprio questo pneumatico.
ciao
Simone
xclode
00lunedì 16 giugno 2008 13:47

io ho il " C " con la ruota da 21 e ho su' quasi 14ooo km , in effetti la gomma anteriore e' piu consumata del posteriore, ma io lo davo per scontato....minor impronta a terra e mia abitudine a pinzare prima davanti e accompagnare poi con il freno dietro, calcola poi che la forca originale dell Hd non vale una pippa e che quindi quando freni ( in teoria ) cedendo subito hai sempre un trasferimento di carico massiccio sulla ruota anteriore, quindi un ulteriore sforzo del pneumatico....penso sia cosi la storia....


tramma
00lunedì 16 giugno 2008 19:50
Io non so gli sporty, nella mia il posteriore da 200 ha delle "scolpiture" che sembrano il grand canyon: profondissime.
credo sia per quello che l'anteriore arriva prima alla frutta, perchè è il posteriore ad essere esagerato, almeno nel mio caso.

Tramma
Davidson.
00martedì 17 giugno 2008 07:59
Re:
HenryP, 16/06/2008 9.31:

Premetto che controllo la pressione dei pneumatici regolarmente e che viaggio quasi sempre in 2 (quindi diciamo .... carico).

Ho ancora sotto le coperture originali DUNLOP: km fatti 18.000 circa in 2 anni.
Bene, vengo al dunque:
- la gomma posteriore è ancora discreta oltre 7mm di battistrada e penso che farà almeno 2-3.000 km ancora (quindi oltre 21.000 direi buono);
- la gomma anteriore è al di sotto dei 5mm e credo di doverla cambiare quanto prima.

L'usura per entrambe è normale e corretta, ma è esattamente il contrario di quanto mi aspettassi.
In tutte le altre moto che ho avuto l'anteriore non l'ho mai cambiata o la cambiavo per vetustà e non per usura.

Parlandone con Iron Dyna mi diceva che è una caratteristica delle moto con i cerchi anteriori da 21" .
A rigor di logica l'anteriore oltre a dover sopportare un peso inferiore fa anche meno giri (e quindi strada) del posteriore.
Quale può essere la spiegazione tecnica di questa "stranezza" posto che lo sia.? [SM=x41062]


Ciao Henry,
la tua legittima domanda trova la motivazione tecnica in alcune leggi della Fisica. Riporto di seguito, stralci fatti da uno studio in merito e frutto di una mia Tesi:

Nel contatto fra due corpi solidi premuti uno contro l'altro si sviluppa una forza resistente, detta attrito. Se i corpi sono in quiete relativa la forza di attrito è detta statica, mentre tra corpi in moto relativo è detta attrito dinamico. Si identificano due tipi di attrito: se le superfici a contatto sono piane si parla di attrito radente, il rotolamento di superfici curve dà invece origine all'attrito volvente.

L'origine microscopica dell'attrito risiede nell'inevitabile rugosità delle superfici, simili nel profilo a catene montuose. Solo le cime, ovvero i punti più sporgenti delle due superfici, contribuiscono a formare la reale superficie di contatto tra i corpi che risulta quindi molto minore rispetto a quella apparente macroscopica. In prossimità delle cime si esercitano pressioni molto elevate che favoriscono le forze di adesione tra gli atomi delle due superfici giungendo di fatto a saldarle. Questo spiega perché levigando accuratamente le due superfici - e quindi aumentando il numero di punti di contatto -, si osserva - in modo non intuitivo - un maggiore attrito.

L'attrito mostra anche altre caratteristiche poco intuitive; ad esempio è noto che le forze di attito dipendono molto poco dall'estensione della superficie di contatto macroscopica. Quando Coulomb, famoso anche per gli studi sull'elettrostatica, per primo espose questa tesi fu cacciato da una riunione dell'Accademia Francese perché si pensava (e molti ancora lo credono) che l'attrito sia proporzionale all'area di contatto. In effetti, considerando un pneumatico su strada, ci si accorge che le forze di attrito non cambiano in considerazione della pressione di insufflaggio. Nel primo caso la maggiore pressione presente (rapporto tra peso del veicolo e superficie di appoggio) tende sì ad aumentare il numero di punti a contatto, ma è compensata dalla minore superficie di contatto macroscopico. In definitiva il numero totale di punti a contatto, che determina l'attrito, è in entrambi i casi praticamente identico.

Un altra caratteristica dell'attrito è che quello dinamico è inferiore a quello statico massimo. La spiegazione non è difficile. Se le due superfici sono in quiete, tutti i punti di contatto sono saldati. Quando è presente un moto relativo si assiste invece ad un processo continuo di rottura e ricostituzione delle saldature, e quindi ad ogni istante solo una frazione dei punti di contatto è coesa.

Il meccanismo che origina l'attrito volvente è completamente differente da quello dell'attrito radente di cui ho parlato finora. Se consideriamo il rotolamento di un cilindro su una superficie piana, si osserva che il cilindro si comprime in una regione prossima alla zona di contatto con la superficie di appoggio. Quando, a causa del rotolamento, questa regione torna ad assumere la forma originale una piccola parte dell'energia di compressione è dissipata in calore, ovvero la ruota si riscalda. Da un punto di vista meccanico compare una forza resistente che rallenta la ruota. Per questo è sempre bene controllare la pressione delle gomme del proprio veicolo (all'inizio e non durante il viaggio quando la gomma e' calda): una pressione troppo bassa, oltre a peggiorare la stabilità del veicolo, aumenta l'attrito volvente e quindi i consumi di carburante con ovvie conseguenze economiche e ambientali. L'attrito volvente disperde molto meno energia di quello radente dinamico. Lo sappiamo bene: per scaldarci le mani durante l'inverno le sfreghiamo e non le rotoliamo una sull'altra...

Conviene spingere un oggetto o tirarlo? Supponiamo di averlo appoggiato su di un piano orizzontale. Ai fini dell'attrito se la forza applicata è orizzontale i due metodi sono equivalenti. Se si applica invece una forza obliqua rivolta verso l'alto per spostare l'oggetto, l'attrito si riduce (viene ridotta la forza che pone a contatto le due superfici). Questo caso si realizza tirando il corpo con una fune inclinata verso l'alto. Assolutamente sconsigliato spingere invece il corpo applicando una forza obliqua rivolta verso il basso, che ha come effetto quello di aumentare l'attrito.
Consiglio a tutti, quindi, di tenere sempre sotto controllo la corretta pressione di insufflaggio delle gomme.
A tal riguardo, richiamo l'attenzione sul fatto che, spesso, esiste e si fa molta confusione tra valori in "bar" in "Kg/cm2" in "KPA" ed in "psi".
La poca conoscenza delle scale adottate, fa sì che il valore reale della corretta e necessaria pressione adottata su un pneumatico, venga completamente stravolto.

In questi brevi cenni, trovi le necessarie spiegazioni ai tuoi dubbi che denotano, in te, profondo spirito di osservazione.

Ciao.
sportyerre
00martedì 17 giugno 2008 08:45
Re: Re:
Davidson., 17/06/2008 7.59:


Ciao Henry,
la tua legittima domanda trova la motivazione tecnica in alcune leggi della Fisica. Riporto di seguito, stralci fatti da uno studio in merito e frutto di una mia Tesi:

Nel contatto fra due corpi solidi premuti uno contro l'altro si sviluppa una forza resistente, detta attrito. Se i corpi sono in quiete relativa la forza di attrito è detta statica, mentre tra corpi in moto relativo è detta attrito dinamico. Si identificano due tipi di attrito: se le superfici a contatto sono piane si parla di attrito radente, il rotolamento di superfici curve dà invece origine all'attrito volvente.

L'origine microscopica dell'attrito risiede nell'inevitabile rugosità delle superfici, simili nel profilo a catene montuose. Solo le cime, ovvero i punti più sporgenti delle due superfici, contribuiscono a formare la reale superficie di contatto tra i corpi che risulta quindi molto minore rispetto a quella apparente macroscopica. In prossimità delle cime si esercitano pressioni molto elevate che favoriscono le forze di adesione tra gli atomi delle due superfici giungendo di fatto a saldarle. Questo spiega perché levigando accuratamente le due superfici - e quindi aumentando il numero di punti di contatto -, si osserva - in modo non intuitivo - un maggiore attrito.

L'attrito mostra anche altre caratteristiche poco intuitive; ad esempio è noto che le forze di attito dipendono molto poco dall'estensione della superficie di contatto macroscopica. Quando Coulomb, famoso anche per gli studi sull'elettrostatica, per primo espose questa tesi fu cacciato da una riunione dell'Accademia Francese perché si pensava (e molti ancora lo credono) che l'attrito sia proporzionale all'area di contatto. In effetti, considerando un pneumatico su strada, ci si accorge che le forze di attrito non cambiano in considerazione della pressione di insufflaggio. Nel primo caso la maggiore pressione presente (rapporto tra peso del veicolo e superficie di appoggio) tende sì ad aumentare il numero di punti a contatto, ma è compensata dalla minore superficie di contatto macroscopico. In definitiva il numero totale di punti a contatto, che determina l'attrito, è in entrambi i casi praticamente identico.

Un altra caratteristica dell'attrito è che quello dinamico è inferiore a quello statico massimo. La spiegazione non è difficile. Se le due superfici sono in quiete, tutti i punti di contatto sono saldati. Quando è presente un moto relativo si assiste invece ad un processo continuo di rottura e ricostituzione delle saldature, e quindi ad ogni istante solo una frazione dei punti di contatto è coesa.

Il meccanismo che origina l'attrito volvente è completamente differente da quello dell'attrito radente di cui ho parlato finora. Se consideriamo il rotolamento di un cilindro su una superficie piana, si osserva che il cilindro si comprime in una regione prossima alla zona di contatto con la superficie di appoggio. Quando, a causa del rotolamento, questa regione torna ad assumere la forma originale una piccola parte dell'energia di compressione è dissipata in calore, ovvero la ruota si riscalda. Da un punto di vista meccanico compare una forza resistente che rallenta la ruota. Per questo è sempre bene controllare la pressione delle gomme del proprio veicolo (all'inizio e non durante il viaggio quando la gomma e' calda): una pressione troppo bassa, oltre a peggiorare la stabilità del veicolo, aumenta l'attrito volvente e quindi i consumi di carburante con ovvie conseguenze economiche e ambientali. L'attrito volvente disperde molto meno energia di quello radente dinamico. Lo sappiamo bene: per scaldarci le mani durante l'inverno le sfreghiamo e non le rotoliamo una sull'altra...

Conviene spingere un oggetto o tirarlo? Supponiamo di averlo appoggiato su di un piano orizzontale. Ai fini dell'attrito se la forza applicata è orizzontale i due metodi sono equivalenti. Se si applica invece una forza obliqua rivolta verso l'alto per spostare l'oggetto, l'attrito si riduce (viene ridotta la forza che pone a contatto le due superfici). Questo caso si realizza tirando il corpo con una fune inclinata verso l'alto. Assolutamente sconsigliato spingere invece il corpo applicando una forza obliqua rivolta verso il basso, che ha come effetto quello di aumentare l'attrito.
Consiglio a tutti, quindi, di tenere sempre sotto controllo la corretta pressione di insufflaggio delle gomme.
A tal riguardo, richiamo l'attenzione sul fatto che, spesso, esiste e si fa molta confusione tra valori in "bar" in "Kg/cm2" in "KPA" ed in "psi".
La poca conoscenza delle scale adottate, fa sì che il valore reale della corretta e necessaria pressione adottata su un pneumatico, venga completamente stravolto.

In questi brevi cenni, trovi le necessarie spiegazioni ai tuoi dubbi che denotano, in te, profondo spirito di osservazione.

Ciao.




MIIIII Davidson!!! non potevi dirlo prima che è meglio prenderli lubrificati i preservativi!!!
sportyerre
00martedì 17 giugno 2008 08:49
...comunque Enry, il problema per me è esattamente l'opposto: considerando il peso della moto ed il fatto che viaggiate sempre a pieno carico le gomme dovrebbero durare la metà!
Nei miei trascorsi di motociclista intinerante non sono mai riuscito a superare i 15000km con un treno di gomme.
Insisto nell'affermare che le gomme originali non sono adatte a garantire una tenuta sicura perchè di mescola troppo dura
HenryP
00martedì 17 giugno 2008 10:36
Re: Re:
Davidson., 17/06/2008 7.59:


Ciao Henry,
la tua .... domanda trova la motivazione tecnica in alcune leggi della Fisica. .............
Nel contatto fra due corpi solidi premuti uno contro l'altro si sviluppa una forza resistente, detta attrito. Se i corpi sono...in moto relativo è detta attrito dinamico.
..... due tipi di attrito: .......... il rotolamento di superfici curve dà .. origine all'attrito volvente.

L'attrito mostra anche altre caratteristiche poco intuitive; ad esempio è noto che le forze di attito dipendono molto poco dall'estensione della superficie di contatto macroscopica.
.................... in definitiva il numero totale di punti a contatto, che determina l'attrito, è in entrambi i casi praticamente identico.

Un altra caratteristica dell'attrito è che quello dinamico è inferiore a quello statico massimo. La spiegazione non è difficile. .......
Il meccanismo che origina l'attrito volvente è completamente differente da quello dell'attrito radente di cui ho parlato finora ).
Se consideriamo il rotolamento di un cilindro su una superficie piana, si osserva che il cilindro si comprime in una regione prossima alla zona di contatto con la superficie di appoggio. Quando, a causa del rotolamento, questa regione torna ad assumere la forma originale una piccola parte dell'energia di compressione è dissipata in calore, ovvero la ruota si riscalda. Da un punto di vista meccanico compare una forza resistente che rallenta la ruota. Per questo è sempre bene controllare la pressione delle gomme del proprio veicolo (all'inizio e non durante il viaggio quando la gomma e' calda): una pressione troppo bassa, oltre a peggiorare la stabilità del veicolo, aumenta l'attrito volvente e quindi i consumi di carburante con ovvie conseguenze economiche e ambientali.
Consiglio a tutti, quindi, di tenere sempre sotto controllo la corretta pressione di insufflaggio delle gomme.
A tal riguardo, richiamo l'attenzione sul fatto che, spesso, esiste e si fa molta confusione tra valori in "bar" in "Kg/cm2" in "KPA" ed in "psi".
La poca conoscenza delle scale adottate, fa sì che il valore reale della corretta e necessaria pressione adottata su un pneumatico, venga completamente stravolto.

In questi brevi cenni, trovi le necessarie spiegazioni ai tuoi dubbi che denotano, in te, profondo spirito di osservazione.

Ciao.



Caro Davidson Come TUTTI I TEORICI non hai il dono della sintesi e questo ti fa perdere di vista il problema reale [SM=x41065] [SM=x41059] [SM=x41048] [SM=x41048] .
In premessa io ho detto che effettuo il regolare controllo della pressione degli pneumatici . Per precisione ogni paio di settimane e prima di lunghi viaggi.
Che il controllo si fa a freddo è uno dei pochi rudimenti che TUTTI conoscono. Strano ma vero, lo sò pure io.
Che si possa fare confusione con Kg/cm2, KPA e psi ho i miei seri dubbi. Quando vai dal gommista/distributore e ti chiede "a quanto le metto" tu che ca... dici? 2 avanti e 2,6 dietro e secondo te lui ti chiede Kg/cm2, KPA e psi ???.
Da cio ne consegue, per brevità: non hai dato una risposta plausibile ai consumi anomali - a parità di motocicletta - delle gomme montate su cerchi da 21" rispetto a quelle da 16". Che invece altri in precedenza hanno dato senza citare tesi di laurea. [SM=x1419249]
Amico mio scendi in terra .......... tra noi comuni mortali.ehehehhehehheheheheh [SM=x41050] [SM=x41047]


P.S.: ho mondato il tuo sproloquio di parte del superfluo lasciando invariati i contenuti. si può togliere ancora il 50% con medesimo risultato.



mavvaia
00mercoledì 18 giugno 2008 09:26
CIao anche a me è successo la stessa cosa sporty 883 custom 2005 18.000 km davanti e 20.000 dietro, dal dealer mi dissero che dipende anche dalle strade che fai, se ci sono molte curve...ma mi sembra una cazzata...è validissima la teoria dei cerchi da 21" che ha una diversa distribuzione dei pesi rispetto alle altre misure del cerchio, il resto lo fanno gli ammo HD. [SM=x41047]
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