Recensione da "Gazzetta di parma" grazie a paolo769
Renga, voce d'amore
Voce e sorriso senza confini: parte da lí il successo di Francesco Renga, confermato dal concerto di sabato sera al PalaRaschi davanti a 2500 ragazzi e soprattutto ragazze, non solo di Parma. Renga è un atipico del cantautorato. Infatti, rispetto ai tanti big che hanno iniziato la carriera come autori ( De Andrè, Battisti, Guccini, Conte) e all'occorrenza si sono trasformati in cantanti, lui è nato come cantante e soltanto negli ultimi anni si è dedicato alla composizione. A ciò va aggiunta la sua propensione alla spontaneità e al sorriso, che lo hanno ulteriormente allontanato dai burberi cantautori tradizionali. Una volta uscito dai Timoria ( dove l'autore era Omar Pedrini), Renga ha imparato s ù bito a scrivere canzoni gradevoli e adatte alla propria voce iperbolica, sinuosa e melodiosa, potente nella timbrica e disciplinata dai vibrati che « tengono » la nota. Prova ne sono i tre cd da solista Francesco Renga ( 2000), Tracce ( 2002) e Camere con vista ( 2004), dai quali l'artista ha tratto i 26 brani per la tappa di sabato del « Camere con vista tour '05 » . Nel concerto, dunque, nessuna canzone dei 7 album ( e 13 anni) targati Timoria, e un predominio dell'ultimo cd, presente con tutte e 13 le tracce tranne Immobile . Camere con vista è un album complesso come la personalità di Renga e semplice come la sua comunicativa: una sorta di diario personale, ma non strettamente autobiografico, con « vista » sulle varie sensazioni interiori, come ironia e rabbia, gioia e dolore, speranza e paura. I suoni di questo disco agrodolce e malinconico ( tuttavia non pessimista), a metà strada tra rock di derivazione anni '70 e pop melodico italiano, si sono riverberati con la loro accattivante e calibrata omogeneità sullo show, grazie anche al contributo dei musicisti Paolo Costa al basso, Beppe Gemelli alla batteria, Chicco Gussoni alle chitarre soliste, Stefano Brandoni alla chitarra elettrica e Vincenzo Messina alle tastiere. Dal vivo, quindi, suoni veri, pi ù « sporchi » rispetto al cd e sempre calzanti per la vocalità di Renga, ma non certo innovativi. Una scenografia essenziale, tra amplificatori sul palco alla maniera dei '70 ( anni omaggiati dal cantante nei bis con una versione in crescendo di Impressioni di settembre della PFM), un po' di fumo e qualche lampo di classe dato dai giochi di luce sopra i pannelli- quinta. Due ore senza flessioni, neppure vocali nonostante il dispendio di energie di Francesco e il raffreddore da lui dichiarato nei brevi e improvvisi parlati. Fra i momenti pi ù significativi, Affogo Baby , Splendido , Ancora di lei e Sto già bene ( forse il brano migliore, o almeno quello pi ù internazionale nell'arrangiamento), i nuovi Ci sarai , Nel nome del padre ( acuito nel pathos dalla recente paternità di Renga, la cui figlia Jolanda è nata dall'unione con Ambra), Comete , Un'ora in pi ù , un Tracce di te da brividi come a Sanremo 2002, l'attuale singolo Meravigliosa ( la luna) in stile musical, poi i bis tra cui Venerdí e l'altro sanremese Raccontami... , e persino gli invocati « tris » Non ti passa pi ù e Come piace a me . Davvero bravo Renga, capace di restare « glam » anche nel finale con la cuffia di Babbo Natale.
Fabrizio Marcheselli