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festeggiamoooooooooo

Ultimo Aggiornamento: 06/11/2006 18:14
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27/10/2006 16:36

Cari Amici e Amiche qua a Cagliari siamo in festa da oggi, infatto il 30 è il santo patrono di Cagliari "SAN SATURNINO" e il 31 facciamo il ponte fino al primo.....dunque si festeggiaaaaaaaaa e sono troppo felice!!!chi è come me in festa ...festeggiiiiiiii!!io sto festeggiando da adesso|!|!YUPPYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYY YEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!
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28/10/2006 03:16

[SM=x38465]

Ed io che sono a Milano dovrei festeggiare San Saturnino e dovrei essere contento perchè a Cagliari è san Saturnino? [SM=x38465] [SM=x38474]

Se tu festeggi il 7 Dicembre Sant'Ambrogio (io lavorerò cmq [SM=x38469] ) lo festeggio daiii [SM=x38466]

Tanti auguri al bassista di Jovanotti Saturnino e al mitico NINO MANFREDI! [SM=x38479]

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29/10/2006 09:45

Beata te...io non faccio nessun ponte.... [SM=g27774]
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29/10/2006 10:30

Re:

Scritto da: Cosimo76 28/10/2006 3.16
[SM=x38465]

e al mitico NINO MANFREDI! [SM=x38479]




ma non c'è più nino...
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29/10/2006 10:32

S.Saturnino di Cagliari
Può far sorridere i moderni Cagliaritani che ben conoscono la loro bella chiesa dei santi Cosma e Damiano, sapere che il fondatore del monastero accanto a quella chiesa scelse tale luogo perché si trovava, allora, " lontano dal rumore della città di Cagliari ".
Oggi la chiesa, situata a oriente del centro cittadino, si trova in piena città moderna ed è circondata dal rumore dell'attività giornaliera e della vita di una moderna comunità, e la cornice è dunque ben diversa da quella del VI secolo, quando visse San Fulgenzio di Ruspe. Questo personaggio, originario dell'Oriente, dove era diventato Vescovo, venne esiliato in Sardegna, dove dovette trattenersi una quindicina di anni. In quel tempo volle costruire un monastero e scelse appunto il luogo " lontano dal rumore della città ", ad oriente di Cagliari.
Già allora esisteva lì una chiesa, anzi una basilica. Era intitolata a San Saturnino, e soltanto più tardi ha preso il nome dei due fratelli medici, Cosma e Damiano.
Si capisce quindi come questo monumento sia interessante dal punto di vista storico e artistico. Infatti, questa chiesa cagliaritana presenta le caratteristiche di un'architettura di tipo bizantino influenzata dalle costruzioni di quel periodo e di quello stile che un tempo si trovavano nelle regioni mediterranee dell'Africa. Questo particolare tipo di arte bizantina, scomparso quasi del tutto in Africa, si è conservato nell'isola che, simile a un grande parco nazionale dell'arte e della civiltà, custodisce memorie e vestigia antiche non soltanto di secoli, ma di molti millenni, con la freschezza di fiori di serra.
Ma chi era il San Saturnino, al quale, già nel VI secolo, era dedicata la basilica oggi intitolata ai Santi Co-sma e Damiano?
La risposta non è facile, o meglio le risposte sono più d'una, e non è facile dire quale sia la più soddisfa-cente.
Secondo una tradizione, Saturnino è un Martire locale, di cui si narra una leggendaria Passione. Gli storici però osservano che tale tradizione è piuttosto tardiva, risalendo al Mille. Sembra costruita a posteriori per dare un volto e una storia al Santo al quale era dedicata l'antica basilica.
Per di più, il racconto della Passione di San Saturnino di Cagliari ricalca quello di un altro San Saturnino, quello di Tolosa, e di San Sergio.
Più probabile è l'ipotesi che vedrebbe in San Saturnino un Martire africano venerato in Sardegna, dati i frequenti contatti tra l'isola e le regioni mediterranee del continente africano, testimoniati anche, come abbiamo detto, nel campo dell'architettura medievale.
Ma di quale Saturnino Martire africano può trattarsi? 1 Martiri di questo nome sono piuttosto numerosi, e nessun indizio aiuta a scegliere quello giusto, o almeno probabile.
In conclusione, la personalità storica di San Saturnino di Cagliari è nebulosa, anzi francamente oscura. Resta la realtà del suo culto millenario nell'isola forte e generosa, e la sostanza di un monumento fuor del comune, a Cagliari, che ne ricorda la gloria e ne celebra i fasti, aggiungendo alla suggestione della leggenda e al calore della devozione il tocco fiorito della bellezza.


29/10/2006 10:39

Re: Re:

Scritto da: stilevario85 29/10/2006 10.30


ma non c'è più nino...



Lo sò lo sò!

Azz quì è diventato l'angolo della cultura! Cmq i santi Cosma (Cosimo) e Damiano evidentemente sono i migliori! [SM=x38466]

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30/10/2006 12:18

Re:
Nemmeno io...

Laura


Scritto da: !Mici! 29/10/2006 9.45
Beata te...io non faccio nessun ponte.... [SM=g27774]


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02/11/2006 09:24

scusa stilevario ...ma la tua ricerca nn è proprio corretta...LEGGI QUA:

Notizie storiche: La Basilica di San Saturno è uno dei più antichi luoghi di culto cristiano edificato in Sardegna, la sua costruzione risulta documentata infatti già dal V-VI secolo d. C. "Questo Tempio è il più storico che abbiamo in Sardegna", scriveva il Canonico Spano nella sua ottocentesca Guida della città e dintorni di Cagliari. Nella Vita Fulgentii, biografia di San Fulgenzio da Ruspe scritta da Ferrando nel VI secolo, l'autore cita il monastero che Fulgenzio, durante il suo esilio in Sardegna, eresse nei pressi della chiesa dedicata al giovane martire Saturnino. Gli studi di alcuni archeologi, inoltre, hanno confermato che il corpo cupolato e ciò che resta dell'abside della originaria Basilica, si collocano certamente intorno al V secolo. La Basilica fu elevata sul luogo in cui era stato sepolto il giovane martire cristiano Saturnino, che la città di Cagliari invoca come suo patrono e festeggia il 30 OTTOBRE. Tutta l'area circostante l'edificio, compresa la chiesa di San Lucifero sino al colle di Bonaria, apparteneva alla necropoli orientale della città romana. Nei primi anni del cristianesimo intorno alla tomba di San Saturnino si moltiplicarono le sepolture cristiane che furono riportate alla luce per la prima volta nel '600, insieme alle ("presunte") reliquie del santo, e, recentemente, durante gli scavi intrapresi alla fine degli anni novanta e tuttora in corso. La Passione del giovane martire descrive il luogo dove venne deposto il suo corpo come una crypta. Narra inoltre che Saturnino, educato sin da tenera età al cristianesino, fu martirizzato, il 23 novembre del 304, a soli 19 anni: durante lo svolgimento di un rituale pagano nel Capitolium romano (il santuario dedicato alla triade capitolina: Giove, Minerva e Giunone), nei pressi nell'attuale piazza del Carmine, fu accusato di essere il responsabile dei cattivi presagi rivelati dal rito e cadde vittima della folla. Il suo corpo esangue venne poi trasportato, complice l'oscurità della notte, nella necropoli orientale della città romana per esservi sepolto, probabilmente in una tomba di famiglia. Il 14 ottobre del 1621, nella prima cappella a destra del presbiterio della Basilica, si ritrovarono le sacre spoglie del patrono della città. Gli scavi alla ricerca dei corpi dei santi martiri cagliaritani (la cosiddetta "invencion de los cuerpos santos") intrapresi nel 1600, iniziarono infatti dalla Basilica di San Saturnino. Situata fuori dal centro abitato, essa era circondata da campi e orti. Si conoscevano bene le sue antiche origini e si sapeva che essa era sorta sul luogo di sepoltura di Saturnino, vittima della persecuzione di Diocleziano. La Basilica, verso il VI secolo d.C., venne concessa dall'arcivescovo di Cagliari Brumasio ai vescovi africani esiliati dal vandalo Trasamondo. Tra essi vi erano San Fulgenzio da Ruspe, che vi eresse un monastero, ed il vescovo di Ippona che portò con sé le reliquie del suo predecessore, Sant' Agostino. I vescovi esiliati condussero seco le reliquie di numerosi martiri con l'intento di preservarle dalla profanazione pagana (una Passione del IV secolo elenca i nomi di decine di martiri africani di Abitine, caduti vittime delle persecuzioni del 304, tra i quali figura anche quello di Santa Restituta). Diverse reliquie vennero donate loro dal papa sardo Simmaco perchè fossero di esempio e di sostegno nella dura prova dell'esilio. Le vicende storiche del luogo convinsero i ricercatori del diciassettesimo secolo, guidati dall'arcivescovo spagnolo Francisco Desquivel (che resse l'archidiocesi di Cagliari dal 1605 al 1624), che le prime testimonianze del cristianesimo in città erano sepolte in quei luoghi. La certezza del ritrovamento delle reliquie del martire Saturnino, si basò su un'iscrizione che diceva:

"SANCTUS TURNINUS CALARITANU".
Una seconda iscrizione in latino volgarizzato, risalente cioè ad un epoca più tarda, fugò tutti i dubbi. Essa riportava queste parole:


"IN HOC TEMPLO IACET BM ET SM SATURNINUS CIVES QUI VIXIT ANIS XVIII ET MENSIS V ET DIES VIII ET EGO CLAUS PI M DO CON LOCU K XXVIII NOVEMBR".
Anche in questa circostanza le iniziali B M vennero interpretate nel significato di BEATUS MARTIR e non in quello più consono di BONAE MEMORIAE. Questo equivoco ricorrerà per tutto il corso delle ricerche de los cuerpos santos e su di esso si baserà essenzialmente l'attribuzione di santità alle spoglie ritrovate, che potevano legittimamente appartenere a semplici credenti. In realtà questa erronea interpretazione non risulta del tutto inconsapevole, tuttavia l'urgenza di voler a tutti costi credere che di sante reliquie si trattasse, travalicò ogni prudenza. Ciò appare ancor più comprensibile se si inquadra la invencion de los cuerpos santos nella lotta per il Primato di Sardegna e Corsica, sorta da tempo immemorabile, tra il vescovo di Cagliari ed il vescovo di Sassari. Allora assunse un'importanza vitale dimostrare l'antichità della propria diocesi ed il numero di sante reliquie ritrovate diventò determinante per risolvere la disputa a favore dell'uno o dell'altro contendente. Intanto le sante reliquie di San Saturnino furono portate in cattedrale con una solenne processione ed esposte alla venerazione dei fedeli. Ancora oggi riposano nell'altare della cappella che il Desquivel volle dedicare al patrono di Cagliari, all'interno della cripta del duomo, insieme alle sante reliquie dei numerosi (e "presunti") martiri cagliaritani riportate alla luce nello stesso periodo. I ricercatori del '600 furono troppo entusiasti per la eccezionalità della scoperta che non si posero (o, forse, non vollero porsi) dubbio alcuno sulla autenticità delle lapidi marmoree, uniche testimonianze dell'appartenenza delle spoglie ritrovate al martire Saturnino. Molti studiosi, invece, hanno messo in dubbio l'autenticità di entrambe le iscrizioni e alcuni di essi contestano addirittura la validità di tutte le iscrizioni ritrovate sulle tombe scavate nel '600. Secondo una diversa tradizione le spoglie di San Saturnino sarebbero conservate a Milano nella chiesa di San Vittore al Corpo. Ivi sarebbero giunte con il re longobardo Liutprando insieme alle reliquie di Sant' Agostino di Ippona e dei martiri sardi Lussorio, Cesello, Camerino e altri, che egli riscattò dagli Arabi. Questa interessante tesi ha ricevuto ulteriore conferma dopo che l'arcivescovo di Milano, Ildefonso Schuster, nel 1938, ordinò la ricognizione canonica delle reliquie ritenute appartenere al patrono cagliaritano. Il risultato dell'analisi antropologica confermò che si trattava del corpo di un giovane la cui morte era stata provocata da una ferita da taglio inferta sul cranio. Il particolare della giovane età e le circostanze della morte collimano perfettamente con quanto è riportato nella Passio di San Saturnino.


alla fine degli anni novanta, tutta l'area intorno alla Basilica è oggetto di interessanti scavi archeologici che stanno riportando alla luce numerosi ambienti funerari risalenti ai primi albori del cristianesimo e ad epoca bizantina. Già nella prima metà degli anni cinquanta, quando si costruì la piazza, in corrispondenza dei gradini che conducono alla Basilica, si ritrovarono diverse sepolture ancora intatte che contenevano iscrizioni funerarie. Le iscrizioni collocate sulle tombe rappresentano una grande testimonianza lasciataci da chi ci ha preceduto nel cammino della storia. Nella Basilica di San Saturnino, sia negli scavi improvvisati del 1600, sia negli scavi attuali, sono state riportate alla luce diverse epigrafi, molte delle quali sono esposte nel cortile davanti all'ingresso. Le iscrizioni delle sepolture cristiane, soprattutto negli anni successivi alle persecuzioni quando cioè la nuova religione poteva essere praticata liberamente, si distinguono dalle iscrizioni romane. Le epigrafi romane indicavano il nome completo del defunto e facevano riferimento anche alle relazioni di parentela, come testimoniano i numerosi cippi funerari emersi, alla fine del 1800, in viale Regina Margherita. Nelle epigrafi cristiane il solo nome è sufficiente per identificare il defunto. Nome che può essere inerente alla religione, alla provenienza geografica, allo status sociale o all'attività che caratterizzavano la persona durante la vita. Il momento determinate ormai è quello della morte, il requiescit in pace die che segna il passaggio dalla vita terrena alla vita eterna. Tra le diverse iscrizioni ritrovate nella Basilica, alcune rivestono una particolare importanza. Una di esse, che tra l'altro si distacca dalla tradizione che abbiamo descritto sopra perchè indica il rapporto di parentela esistente tra il dedicante (il padre addolorato) e il defunto (il figlio), riporta una citazione molto colta, che non è stata ripresa in altre epigrafi. Si tratta del Salmo 50 di Davide: il Miserere ("Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia; nella tua grande bontà cancella il mio peccato. Lavami da tutte le mie colpe, mondami dal mio peccato"). Oltre alla sua unicità, la particolarità di questa iscrizione risiede nel fatto che il testo del Salmo scolpito sulla lapide è identico alle traduzioni della Bibbia che, intorno al VI secolo d.C., venivano elaborate negli scriptoria fondati da Fulgenzio da Ruspe nel convento da lui eretto nei pressi di San Saturnino. Questi testi (che sono in realtà tre codici) riportano una versione del Testo Sacro che è precedente alla traduzione di Gerolamo, che fu il primo a tradurre gran parte della Bibbia in latino. Essi rappresentano quindi un patrimonio liturgico, religioso e documentario di incommensurabile valore. Molto interessante è anche la lapide funeraria di Deusdedit (custodita al Museo archeologico nazionale di Cagliari). Questo nome, rarissimo in Sardegna, è presente solo in questa epigrafe e trova riscontro documentario esclusivamente negli atti del Concilio Vaticano del 649. Papa Martino I convocò questo Concilio per condannare le dottrine monotelite degli imperatori bizantini Eraclio e Costante II. A questo Concilio parteciparono un centinaio di vescovi, di cui la maggior parte italiani, tra i quali il vescovo di Cagliari Deusdedit a cui si riconobbe un ruolo di primo piano, dovuto all'antichità e all'importanza della diocesi a lui affidata, tanto che fu chiamato ad esporre il suo pensiero immediatamente dopo il papa ed il patriarca di Aquileia. Egli venne sorpreso dalla morte prima della conclusione del Concilio e si ipotizza che sia stato egli stesso una vittima della persecuzione che Costante II scatenò contro la Chiesa occidentale, che l'aveva aspramente condannato per le sue posizioni eretiche. In base a queste circostanze, l'archeologa Donatella Salvi è giunta ad ipotizzare che la lapide funeraria ritrovata a San Saturnino, appartenga al vescovo Deusdedit. Il fatto che il defunto sia descritto nell'iscrizione come defensor fidei e non con l'attributo di episcopus, non rappresenterebbe di per sè un ostacolo all'identificazione dei due personaggi (quello presente negli atti del Concilio ed il defunto a cui appartiene l'iscrizione funebre) bensì metterebbe in risalto la lotta condotta dal vescovo Deusdedit in difesa dell'ortodossia religiosa, per la quale, presumibilmente, sacrificò la sua stessa vita.


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02/11/2006 14:56

ah bo io l'ho preso da santi e beati.it
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06/11/2006 17:25

FINITA LA FESTA...SI TORNA IN BARCA A REMARE E PESCARE...POVERA LA MIA SCHIENA!!POI ALL'OVILE DALLE PECORELLINE...E LA SERA TRA UN TOZZO DI PANE E UN PEZZO DI FORMAGGIO PARLERO' ALLA GRANDE COLLINA SENZA VEGETAZIONE(VISTI GLI INCENDI IN SARDEGNA)E CHIEDERO' AL GRANDE COLLE: OOH GRANDE COLLE COLLINA SFOLTA ... FA CHE DOMANI SIA UN GIORNO PIU' RICCO E MENO PIENO DI FUMO PASSIVO DEL MIO CAPO CON QUEL SUO CAVOLO DI SIGARO.... [SM=x38457]
06/11/2006 18:14


Ahhh ecco cos'è allora...

il fumo passivo! [SM=x38475]

[SM=x38472]


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